Divinità Ganesha seduta in polvere di pietra cm H20x17

 

Divinità Ganesha seduta in polvere di pietra
Le stuatuine delle dività  e gli oggetti in polvere di pietra sono creati tramite un impasto di polvere di pietra colata
nello stampo e poi dipinti a mano.

Realizzate artigianalmente in resina, in polvere di pietra o in Suar wood intagliato e dipinto a mano, queste statue raffiguranti le divinità orientali, da Ganesh a Buddha, sono perfette per essere utilizzate come oggetti divinatori per accompagnare pratiche religiose e di meditazione, o per essere usate come oggetti ornamentali in ambienti arredati stile etnico orientale.

 


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BUDDHA IN POLVERE DI PIETRA
I Buddha e gli oggetti in polvere di pietra sono creati tramite un impasto di polvere di pietra colata
nello stampo e poi dipinti a mano.

DIVINITA’ ORIENTALI

Realizzate artigianalmente in resina, in polvere di pietra o in Suar wood intagliato e dipinto a mano, queste statue raffiguranti le divinità orientali, da Ganesh a Buddha, sono perfette per essere utilizzate come oggetti divinatori per accompagnare pratiche religiose e di meditazione, o per essere usate come oggetti ornamentali in ambienti arredati stile etnico orientale.

L’iconografia di Ganesha

Le sue orecchie ampie simboleggiano il fatto che chiunque desideri ottenere la conoscenza dovrebbe parlare meno, e ascoltare di più. Il suo ventre prominente contiene l’intero universo e il serpente avviluppato intorno ad esso è l’energia che sostiene il cosmo. L’addome tondeggiante rappresenta inoltre la pazienza e l’appagamento, oltre che l’esortazione a non lasciarsi sopraffare dalla vita. Qualsiasi esperienza, positiva o negativa che sia, dovrebbe infatti essere accolta con equanimità.

Le quattro braccia di Ganesha simboleggiano l’attività del Dio nei confronti degli esseri: in una mano stringe un laccio, pasha, in un’altra un gancio, ankusha, a significare che Ganesha con l’uno avvicina i suoi devoti a sé, accogliendoli nella sua Grazia, mentre con l’altro allontana da loro ogni pericolo o avversità. La terza mano, protesa in avanti, compie il gesto noto come varada mudra, che mostra l’atto del dono. Infine la quarta mano, con il gesto di abhaya mudra, lenisce la paura assicurando agli uomini che Dio è al di sopra di ogni timore, poiché egli ha trasceso i limiti del tempo e della morte.

Nella tradizione induista, Ganesh è figlio di Shiva e Parvati, per quanto la maggior parte delle tradizioni sia concorde nel ritenere la divinità come generata senza l’intervento paterno. Shiva, essendo eterno, non avrebbe mai avvertito il desiderio di paternità proprio dell’uomo, contrariamente alla sua sposa, che quindi cercò di creare da sola la vita. Come ci sia riuscita varia a seconda del mito. Non deve stupire: l’India è un subcontinente, un luogo in cui la natura rende difficile le vie di comunicazione e in cui è facile che ai due estremi miti riguardanti la stessa divinità possano essere molto differenti.